mercoledì 3 dicembre 2008

"Twilight" (id)

Eccomi dunque alle prese con la terza trasposizione cinematografica di saghe letterarie di straordinario successo, dopo una onesta gavetta a base di maghetti e signori degli anelli: l'esperienza passata mi insegna che è un bene essere stato fino a poche settimane fa completamente all'oscuro delle origini di Twilight, perchè così il mio giudizio sarà legato solo a quanto mi scorrerà dinnanzi agli occhi sullo schermo, senza che le parole del romanzo giungano, anche involontariamente, ad influenzarlo.
Per tagliare la testa al toro, mi si lasci dire che il film è pi
ù bello di quanto sarei stato disposto ad ammettere fino a pochi giorni fa e che il riconoscimento di eccellenza gli è negato solo da alcuni difetti che il passaggio su grande schermo ha fatto nascere o, semplicemente, portato alla luce.
Sono conscio di quanto possa suonare irriverente ad alcune persone il fatto di collocare questi nomi all'interno della medesima frase, ma si rafforza sempre più in me la convinzione che Twilight sia uno dei tentativi meglio riusciti di riscrivere la storia di Romeo e Giulietta.
Tralasciando per un attimo l'insostenibile confronto tra il Bardo e Melissa Rosenberg (talentuosa adattatrice dell'opera di Stephenie Meyer), com'è possibile non vedere in entrambi il ritratto dello stesso amore cieco e totalizzante..? L'attrazione immediata e completa, la necessità folle e disperata dell'altro..? La maturità arriva improvvisa a svelare gli errori e le illusioni di questo sguardo adolescenziale, ma come negare il brivido raro ed indimenticabile che esso regala e che questo film fa riemergere nello spettatore? A ciò si
lega in maniera alquanto affascinante (seppur non esattamente originale..) il vampirismo, che unisce amore e morte in un ballo vorticoso ed incessante facendo muovere i passi dei protagonisti nella distesa del conflitto imperituro tra istinto naturale e ragione, che coinvolge totalmente e drammaticamente sia Bella che Edward e che, con ogni probabilità, è il filo conduttore che impedisce alla pellicola di deragliare nella banalità dei cosiddetti teen-movie.
Gran merito del risultato và anche attribuito agli attori principali (con Kristen Stewart e Billy Burke, suo padre, una spanna sopra gli altri), magari più "in parte" che bravi, ma comunque convincenti e perfetti nell'indossare i panni dei propri personaggi. Speriamo solo che la magnetica protagonista di "Into The Wild" non rimanga prigioniera in questi ruoli di ragazza timida ed introversa, che sembrano calzare
perfettamente con quello che deve essere il suo vero carattere (vedere l'intervista al 'David Letterman Show' per conferma...), ma che corrono il rischio di non farla mai sbocciare in una grande attrice.
A far da contraltare a questi punti di forza vi sono però degli elementi che si possono a tutta ragione etichettare come difetti e non come semplici imperfezioni. La regia rivela una mano a volte inaspettatamente incerta, quasi innaturale, artificiosa nel seguire le vite dei personaggi ed a questo non giova certo l'utilizzo di effetti speciali scadenti, superati anche da certa produzione televisiva contemporanea.
Il problema più importante sta però nella qualità della sceneggiatura di tutto quello che sta intorno al rapporto tra Edward e Bella: i dialoghi sono elementari e poco originali, l'intreccio sin troppo lineare e le pennellate che descrivono i comprimari poche e grossolane (sprecando l'occasione di creare dei "cattivi" veramente convincenti). Tutto questo è ancor più enfatizzato dalla scelta di realizzare un film di sguardo, più che di parola: a prevalere è la solitudine di personaggi e paesaggi, che non lascia molto spazio ai discorsi e rende quindi maggiormente manifesta la loro sciattezza...ancor più grave se ci si accorge che qualche spunto divertente far pur capolino nelle situazioni che nascono dalla difficile gestione della quotidianità tra i due innamorati...
E' probabile che questo sia il motivo che impedisce al film di essere trasversale fino in fondo, cioè di riuscire a colpire efficacemente (seppur in modi diversi) platee di età e gusti differenti, ed in definitiva lo rende un'occasione non sfruttata fino in fondo.

Voto: 7+
Un film che non annoia, piacevole, passionale come sanno essere i giovani, ma con tutti i difetti e l'immaturità che essi portano con sè.