martedì 22 giugno 2010

"Iron Man II" (id.)

La risposta alla ricerca lanciata da Franco Battiato negli Anni Ottanta è ora saldamente nelle mani degli sceneggiatori chiamati a trasporre sul grande schermo le più celebrate opere a fumetti mondiali, che hanno eletto a centro di gravità permanente dei sequel da loro scritti la nascita e l'epifania di un grande villain, di un grande 'cattivo'.
Non fa eccezione il film diretto ancora una volta da Jon Favreau che, prima che dalle mosse di Tony Stark, prende avvio e linfa dalla volontà geniale, inesorabile e spietata dell'Ivan Vanko impersonato da Mickey Rourke (capace di farci giungere ancora qualche bagliore dall'oblio in cui è precipitato e di cui il volto tumefatto ed irriconoscibile è il segno più chiaro ed evidente), filo conduttore di una storia che, eccezion fatta per l'episodio monegasco, è maggiormente caratterizzata da un'unità di tempo e soprattutto di luogo. Le escursioni 'mediorientali' sono abbandonate non solo geograficamente, ma anche metaforicamente: i demoni da sconfiggere si celano dentro di noi e nel nostro passato, con un'enfasi maggiore di quanto avvenisse nel primo capitolo.
Tutto questo viene incarnato dalla spirale autodistruttiva in cui precipita Tony Stark, per la seconda volta reso 'vivo' da Robert Downey Jr., per cui onestamente vorremmo che questa seconda vita cinematografica durasse in eterno.
Proprio un innegabile punto di forza, come sa essere questo protagonista egocentrico, magnetico, spettacolarmente esagerato, è però la spia che mette a nudo il tallone d'Achille che finora era stato in qualche modo celato, nient'altro che la cinematografica conseguenza delle fumettistiche imperfezioni: la disparità tra supereroe ed alter-ego è troppo sbilanciata a favore di quest'ultimo e penalizza notevolmente il racconto quando il miliardario americano veste la livrea oro e porpora (i combattimenti, ad esempio, volano ad un livello appena più alto della mediocrità...); tanto più se, come accade più di frequente rispetto alla prima pellicola, la sceneggiatura ogni tanto abbandona i personaggi e vive un po' troppo di alti e bassi.
Così viene condizionato anche il lavoro del pur notevole cast (con tutto il rispetto per i sempre rimarchevoli Jackson, Rockwell e Paltrow, la Scarlett Johansson rivisitata in salsa action merita il prezzo di uno, due, forse tre biglietti...) e anche qualche buona idea non viene adeguatamente sorretta (ogni riferimento al ruolo della S.H.I.E.L.D. ed al rapporto di Tony con il proprio padre non è puramente casuale...!)

Voto: 7-
Onesto ed ennesimo frutto del filone supereroistico americano, un film che si lascia piacevolmente guardare pur senza staccarsi particolarmente dalla routine del genere.