lunedì 12 aprile 2010

"It's Complicated" ("E' complicato")

In epoca di sondaggi ed elezioni, il mio più recente ballottaggio personale per la serata al cinema si è svolto nel campo della commedia, tra la Happy Family di Salvatores ed il mondo Complicato diretto da Nancy Meyers. A far pendere la mia scelta in direzione di quest'ultimo ci ha pensato la mia incurabile esterofilia, ma anche la riflessione che, pur avendo molto apprezzato il lavoro della regista americana, ho sempre mantenuto sospeso il giudizio su di lei.
Guardando i suoi film (a partire da "What Women Want") l'impressione che si avverte è quella di osservare un bravo chef intento nella preparazione di un soufflé che non ne vuole sapere di riuscire: gli ingredienti sono tutti di alta qualità, la ricetta è eseguita con grande cura ed abilità, ma i tempi con cui chiudere la cottura (necessariamente perfetti...) si rivelano invariabilmente sbagliati ed il risultato finale non assume la forma sperata. Così i suoi film, dopo la prima parte intrigante e promettente, si accartocciano per colpa di tempi sbagliati nella storia, o troppo affrettati o troppo dilatati.
Esattamente il contrario è quanto avviene nell'ultima pellicola, che parte un po' a rilento, con un velo di tristezza a posarsi su una vicenda ravvivata appena da alcuni guizzi che però rischiano di ridurre il tutto a nient'altro che ad una macchietta "over 50" di "Sex and The City".
Invece, giusto ad un passo dal fare scattare il tedio nello spettatore, il tono della storia comincia ad aumentare il numero dei colpi ed a divenire via via più brillante. Diviene chiaro che la mano della regista ha sempre avuto l'intenzione ed il merito di adattarsi empaticamente allo stato d'animo della protagonista, che nella parte centrale viene poco per volta trascinata in un vortice di crescente e spensierta euforia.
Si ride di gusto (imperdibile la sequenza dello spinello...) e la sceneggiatura non accusa passaggi a vuoto, complicandosi progressivamente per intelligente pianificazione e non come tentativo improvviso di rianimare una trama che si sta lentamente prosciugando.
In un immaginario discorso da premio Oscar, il ringraziamento più sentito per la riuscita del film sarebbe però rivolto alle due colonne su cui si poggia tutto il lavoro del cast (tra cui un insolito e misurato comprimario come Steve Martin..): l'immensa Meryl Streep (il senso della sua grandezza è abbacinante nella capacità di mutare il registro comico in drammatico nel breve volger di una inquadratura...) che fonde l'anima brillante esplosa in "Mamma Mia" con i tratti misurati di Julia Child (ad un passo dal regalarle la terza statuetta) ed il sempre più sorprendente Alec Baldwin. Le capacità attoriali continuano probabilmente a navigare nella mediocrità, ma i ruoli che negli ultimi anni gli vengono cuciti addosso (dal quasi cameo in "Alla fine arriva Polly" al geniale Jack Donaghy della serie "30 Rocks") lo rendono perfetto ed irresistibile.
Circondati da attori validi ed in grado di assecondarli efficacemente, riescono a dare volto e voce ad una storia che in maniera bella e non banale mette in scena ciò che le donne (e gli uomini) veramente vogliono.

Voto: 7/8
Alla prova della nove dopo i precedenti tentativi non perfettamente riusciti, Nancy Meyers centra il bersaglio con un film ben scritto e ben diretto, che descrive efficacemente ma con leggerezza quella tempesta di sentimenti, gioie e dolori che non ha e non avrà mai età.