mercoledì 11 maggio 2011

"Thor" (id.)

Poco importa se la sua esistenza sia stata reale o solo il frutto della fantasia antica: agli occhi dell'era moderna Omero rappresenta, se non il padre, certamente il più grande cantore della mitologia greca.
La storia, che si diverte a sorprenderci con i propri corsi e ricorsi, ha regalato al Ventesimo Secolo quello che è, fatti i dovuti distinguo, la sua incarnazione moderna: Stan Lee. La sua penna ha contribuito ad edificare una vera e propria epica moderna, popolata di eroi e di dei, tra cui un ruolo di prima fila spetta senza dubbio a Thor, colui che
secondo la mitologia nordica è figlio del signore degli dei, Odino.
Per chi scrive, questa figura ha sempre avuto le potenzialità maggiori nell'universo Marvel, per spessore e varietà della gamma narrativa esplorabile: da un lato la possibilità di attingere alla sorgente inesauribile dei miti del Nord (con i loro stilemi 'fantastici' e quei temi - brama di potere, amore e superbia, inganno e lealtà,... - che si ritroveranno quasi immutati nella successiva storia della tragedia), dall'altro la libertà di muoversi nel mondo contemporaneo seguendo le più multiformi possibilità 'supereroistiche'.
La presenza di Kenneth Branagh come regista sembra proprio costituire una limpida dichiarazione d'intenti a riguardo: a pietra angolare del film saranno designati i tòpos tragici resi immortali da Shakespeare (tanto cari al regista inglese...) e dunque l'impianto mitologico prevarrà sulla narrazione contemporanea. La conferma di ciò si ha osservando come le vicende ambientate sulla Terra abbiano sempre come proprio sfondo gli eventi di Asgard (e non viceversa) ed il compito che esse si trovano ad assolvere sia principalmente quello di integrare il cammino che il protagonista sta conducendo nel mondo degli dei scandinavi.
Alle prese con una mole di 'necessari' effetti speciali davvero inusuale per lui, il regista dell' "Enrico V" ne fa un utilizzo piuttosto convenzionale e quasi svogliato per le scene d'azione, concentrandosi invece quasi totalmente sulla messa in scena imponente, grandiosamente teatrale, evidenziando con ogni inquadratura la sproporzione tra gli scenari e le creature che in essi si muovono (siano esse divinità o esseri mortali).
Il risultato finale è all'altezza delle aspettative per ritmo e respiro epico, anche per merito dell'ennesima opera di casting ben riuscita (convincente prova d'attore per tutto il cast, anche se Chris Hemsworth è talmente perfetto per la parte da rendere inutile interrogarsi sulle sue eventuali capacità attoriali...).
A far da contraltare a questa impressione positiva, ogni tanto emerge come maggior difetto della pellicola qualcosa che è, paradossalmente, legato a doppio filo proprio con la sua ragion d'essere: la grande fedeltà al fumetto originale. Costretti (con bravura!) a seguire i paletti narrativi, la storia ed i personaggi finiscono qualche volta con il suscitare la sensazione di essere ammantati da una patina 'marvelliana' (nel senso negativo del termine), cioè con il risultare vagamente 'insipidi', raccontati da uno sguardo che non scende al di sotto della superficie delle cose.

Voto: 7 1/2
Bell'adattamento di un maestoso classico delle nuvole parlanti in cui eroi moderni e miti antichi vanno a braccetto, Thor lascia il rimpianto di essere stato plasmato senza usare fino in fondo le capacità drammatiche di Kenneth Branagh, più frequentemente assorbite dalla creazione di un suggestivo impianto scenico, invece che strumento per dare ai personaggi e alla storia la profondità che meriterebbero.

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